Americas (29-11-2008)
LA VOCE DEI COLIFATOS
Buenos Aires, 29 novembre 2008. Quando una canzone termina, chiunque può andare al microfono. Le persone si presentano, salutano, esprimono opinioni, cantano. Lo fa anche Hugo Norberto Lopez, classe 1934, con una voce squillante e un intervento carico di umanità ed ottimismo. “Queridos amigos…”.
Lo “studio” ha alberi e panchine: Radio La Colifata, questo il nome, trasmette all’aperto. Ma non è certo questa la sua caratteristica principale. Ciò che la rende unica è il fatto di trasmettere dal cortile interno del Borda, vecchio e decadente ospedale neuropsichiatrico di Buenos Aires. E soprattutto di essere una radio fatta da pazienti ed ex pazienti. La diretta e le registrazioni (da distribuire ad altre radio o da diffondere via web) si fanno ogni sabato pomeriggio nel cortile del manicomio, dove prendono posto tutti coloro che vogliono partecipare. Oggi ci sono una ventina di persone e una piccola troupe televisiva francese.
Sui tavolini ci sono un mixer, un paio di portatili e di altoparlanti, Su una lavagna nera con il gessetto è stato scritto il palinsesto di sabato 29 novembre 2008. Musica, parole, situazione rilassata. Qualcuno dei presenti improvvisa un ballo, con in bocca una sigaretta, perenne oggetto del desiderio.
Dopo alcuni anni di internamento, oggi Hugo viene al Borda una sola volta alla settimana, per incontrare i suoi terapisti. E naturalmente ci torna il sabato, soltanto per la Radio. Collabora con La Colifata (a proposito, il nome si traduce, più o meno, con “la buona follia”) da ormai 8 anni e ne è orgoglioso. “Mi ha aiutato molto”, spiega Hugo sgranando gli occhi e scandendo le parole. Una signora interrompe la nostra conversazione per complimentarsi con lui. Claudia Alejandra è stata internata al Moyano, il manicomio femminile. “E’ un inferno. Quando ci fui io, lo chiamavano il cimitero dei morti viventi”. “Sì - conferma Hugo -. Per bene che si possa agire, un manicomio rimarrà sempre un manicomio. Per questo io grido: ‘viva Franco Basaglia!’”. Sono proprio belli questi “matti” de La Colifata.
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